“Ispettore, vieni in un quarto d’ora o faccio una strage”. Studente romeno fermato in classe col col

cucina che gli agenti del commissariato di Tivoli hanno sequestrato.
Così giovedì 15 novembre un 17enne romeno studente al terzo anno del corso di Geometri presso l’Istituto “Enrico Fermi” è stato denunciato per porto abusivo d’arma bianca, minacce a pubblico ufficiale, danneggiamento e violenza privata.
La mattina, prima di uscire di casa senza zaino e recarsi nella scuola di via Acquaregna, il ragazzo aveva semidistrutto l’appartamento in cui abita con la mamma, “rea” di avergli chiesto che fine avessero fatto i soldi che la donna teneva nella borsa.
Secondo quanto ricostruito dagli inquirenti diretti da Giancarlo Sant’Elia, il 17enne aveva chiamato in commissariato verso le otto del mattino prima ancora di entrare in classe e partecipare alla lezione di Costruzione, Disegno e Progettazione. In quel caso e in una telefonata successiva aveva chiesto espressamente di interloquire con un ispettore della Squadra investigativa, lo stesso che nel 2010 identificò e denunciò un gruppo di coetanei italiani che a piazza Garibaldi lo massacrarono di botte per motivi razziali. Un episodio che deve aver segnato il ragazzo, generandogli una fiducia cieca in quell’ispettore di Polizia che lo aveva aiutato. L’investigatore ha prima cercato di calmarlo telefonicamente, poi è intervenuto insieme ad altri cinque colleghi in borghese.
Le due volanti sono piombate in via Acquaregna e l’ispettore ha subito raggiunto la stanza 319. Pare che lo studente fosse in uno stato di trance, con la mano destra che teneva il polso sinistro: il poliziotto gli si è avvicinato con calma, bloccandolo e disarmandolo.
Successivamente il ragazzo è stato accompagnato in commissariato, dove già la mattina presto si era rivolta spaventata la mamma.
La donna ha rivelato di come fosse cambiato quel figlio che fino a pochi mesi fa era uno studente modello con voti ottimi in tutte le materie e con l’obiettivo di entrare in Accademia militare e che ora aveva assunto atteggiamenti irriverenti sia nei suoi confronti che verso i docenti.
Solo il giorno prima, infatti, l’adolescente era stato ammonito da un insegnante perché in classe portava le cuffie per ascoltare musica e lui aveva risposto stizzito.
La mamma del 17enne ha anche raccontato ai poliziotti  l’antefatto della vicenda, ovvero la discussione originata mercoledì sera per la sparizione di 15 euro dalla borsa e degenerata giovedì mattina, quando in preda a un raptus il ragazzo ha devastato l’abitazione, obbligandola ad andarsene e lasciarlo solo.
Agli agenti il 17enne ha confidato che da una settimana aveva iniziato a fare uso di stupefacenti, hashish, marijuana e pure cocaina, ma i test delle urine effettuati all’ospedale di Tivoli sono risultati negativi.
A quel punto, sono stati interpellati i Servizi sociali del Comune e il Tribunale per i Minorenni che ne ha disposto il ricovero presso una Casa Famiglia fuori città.
“La sua – commenta la preside dell’istituto “Fermi” Giuseppina Zumpano – è stata una richiesta di aiuto. Eppure, è sempre stato uno studente modello. Lo scorso anno anche lui era stato sottoposto ai test psico-pedagogici, ma non era emerso alcun problema. I compagni raccontano che ultimamente raccontava di bande rivali: sicuramente fantasie per attirare l’attenzione su di sé”.

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